martedì 28 marzo 2023

Dalla parte sbagliata di Marc


Come sempre non ho tempo e in questo periodo sono anche un po' stanco per mettermi a scrivere, ma ho bisogno di buttar giù quattro righe . Ho alcune cose da dire e preferisco lasciarle in questo mio spazio piuttosto che nel mare di merda dei vari "social".

Francamente vorrei chiedere a tutti quelli che in questo momento stanno gettando letame su Marquez cosa ne pensano di Gilles Villeneuve. Forse che ha meritato di morire perché in pista era aggressivo e a volte un po' oltre il limite? 

Marquez ha centrato Oliveira perché è quello che può succedere quando guidi una moto da decimo posto ma tu non ti arrendi e vuoi arrivare più avanti. 

Del resto è piu o meno lo stesso film che abbiamo già visto tante volte anche in passato. Ve lo ricordate il celebre duello Rossi-Stoner a Laguna Seca? Quel giorno  Rossi ha corso in una maniera superlativa, si è imposto con forza perché non voleva saperne di arrivare dietro e insieme a Stoner ci ha regalato un GP da cineteca. Però Valentino quanto ha rischiato quel giorno? Nel famoso sorpasso al Corkscrew non ha centraro Stoner solo per un soffio, ossia la distanza che intercorre tra l'essere un eroe o diventare un coglione. Infatti Stoner non mancò di lamentarsi in conferenza stampa, giudicandolo troppo aggressivo e al limite della correttezza. E potremo ricordare tanti episodi che hanno visto il Tavulliese falciare alcuni piloti, ma nessuno -me compreso- si è mai azzardato a dire che Rossi è stato un delinquente da impiccare.

Nella attuale Motogp la maggior parte dei piloti arriva dove arriva la moto e non ci mettono niente di più per portarla oltre quella posizione. E chi si comporta diversamente viene quasi discriminato. 

È una situazione voluta in primis dai Costruttori (uno in particolare). Sia chiaro, di fronte a Gigi Dall'Igna mi levo il cappello perché un ingegnere che si inventa quello che ha fatto lui merita tutta la mia stima, però il livello tecnologico si sta avvicinando pericolosamente a quello della F1. E il motivo di questa corsa all'utilizzo dell'elettronica e della aerodinamica non è  dovuto solo alla ricerca di prestazioni: si sta cercando di togliere il controllo della moto dalle mani del pilota per renderlo meno determinante.

In soldoni, questo significa che i Costruttori non devono più avere bisogno del SuperCampione per arrivare a vincere le gare, basta un pilota di ottimo livello per raggiungere l'obiettivo. Il pilota finalizza il lavoro degli ingegneri e diventa un operaio del manubrio.

È finita l'epoca di Valentino Rossi che manda a fanculo la Honda e va in Yamaha, una moto che nessuno voleva e lui al primo anno l'ha portata a vincere il Mondiale. È finita l'epoca di Stoner che sale su una Ducati col telaio in tubi di ferro e guidandola come una short track spazza via tutti gli avversari. E sta finendo anche l'epoca di Marc Marquez, blindato dalla Honda con un contratto di quattro anni per venti milioni di euro a stagione. Finita la sua carriera avremo solo una generazione di pilotini che svolgono il compitino, tutti belli disciplinati, carini, educati, economici. Ma è tutto sbagliato perché il pubblico si affeziona ai piloti dal cuore impavido, non alle pecore o agli agnellini.